La Settimana Santa a Cagliari (e non solo)

Continua il nostro viaggio nel tempo di Pasqua in Sardegna: in questa seconda puntata, “visiteremo” il capoluogo e altri centri dell’isola.

I riti della Settimana Santa sono particolarmente sentiti nel capoluogo e coinvolgono i quattro quartieri storici di Castello, Stampace, Villanova e MarinaAlcune caratteristiche hanno origini antiche, come l’uso di esporre nelle chiese “Is nenniris”, i piatti riempiti di bambagia in cui il Mercoledì delle Ceneri sono seminati legumi, fatti crescere poi al buio. La loro origine risale, parrebbe, al mito di Adone, vivo presso i Fenici in Sardegna, in occasione del quale si celebrava la morte e poi la rinascita della vegetazione. Le celebrazioni hanno inizio il venerdì precedente la Domenica delle Palme, il Venerdì di Passione, quando ha luogo la processione “Is Misterius”, che parte dalla piazza del l’Oratorio del Santissimo  Crocifisso, con le sette statue settecentesche trasportate in sette diverse

Durante le celebrazioni della Settimana Santa tutte le chiese di Orosei sono decorate con fiori, palme, rami d’ulivo e i cosiddetti “nenneros“, piatti in cui vengono fatti germogliare al buio chicchi di grano e legumi che formano steli di erba chiara.

Più ancora che in altri periodi dell’anno, a Pasqua tornano in vita tradizioni secolari di origine, in particolare, spagnola, fuse con le antichissime tradizioni locali.

La Domenica delle Palme celebra l’ingresso del Cristo a Gerusalemme, accolto dal popolo in festa che agitava rami di palma. Le Processioni delle Palme (“Sas Prammas“) sono, in Sardegna, un rituale diffuso,  molto caratteristico per esempio a Desulo, dove le donne sfilano con le palme, indossando vestiti tradizionali molto colorati.

La base del rituale di Sos Sepurcros riguarda l’allestimento nelle chiese, in cui gli altari sono decorati con fiori, rami e germogli di grano e legumi che formano steli di erba chiara. A visitare le chiese, in processione, sono le Confraternite o “corfajos”, rimangono aperte per tutto il periodo e molte persone del posto vanno a visitarle.

Molto suggestivo il rito del Sabato Santo, detto “Su Scravamentu”: vi si ricorda la deposizione di Cristo dalla croce su una lettiga coperta di veli.  “S’Iscravamentu” è un rituale piuttosto forte, una liturgia mista a interpretazione, che mette in scena la deposizione di Gesù morto.

Il compito spetta a Giuseppe di Arimatea e Nicodemo, due nobili che ogni anno sono interpretati da due confratelli in costume storico. Tutti i membri della confraternita indossano abiti da lutto.

Momento fondamentale e spettacolare è l’incontro tra Gesù risorto e Maria: il rituale avviene la mattina di Pasqua, quando ha luogo la Resurrezione. Si incontrano, così, due processioni, una con il simulacro della Madonna, l’altra con quello di Gesù morto.

A Cagliari il silenzio delle processioni pasquali è rotto dall’esplosione di felicità della Domenica di Pasqua: intorno alle 11 il Cristo risorto incontra la Madonna nel mezzo di via Garibaldi. Si tratta di un momento di grande commozione per i fedeli, ma anche per gli spettatori casuali, che non possono fare a meno di fermarsi lungo la strada e osservare il massimo silenzio al momento del triplice inchino dei simulacri.


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