S’Ardia, la folle corsa dei cento cavalieri di Sedilo (Oristano)
Costantino. L’imperatore che non si fece adorare come una divinità, ma che, convertitosi alla fede cristiana, arrivò a essere venerato come santo dalle chiese ortodosse.
Milano, 313 d.C. Il luogo e l’anno che cambiarono il mondo.
Sedilo, provincia di Oristano, sera e alba tra il 6 e il 7 luglio di ogni anno. Il popolo sardo impazzisce per l’Ardia di San Costantino.
Due ali di folla. I cavalieri si gettano a rotta di collo: o la gloria o la morte, non esiste altra possibilità.
Sas pandelas, i vessilli, e sas iscortas, le scorte, sono assegnate davanti alla casa parrocchiale. Abilità, vicinanza, amicizia: tutto concorre nella scelta da parte del capocorsa.
Il corteo percorre la via principale di Sedilo. Sindaco e parroco, anche loro a cavallo, accompagnano: ma non sono loro, oggi, i protagonisti. Né lo sono i fucilieri, presenti a loro volta.
Su fronte mannu è raggiunto: qui sorgono una croce e la statua del santo. La tensione sale ancora. Ecco, appare in lontananza il santuario, presto (presto? Nemmeno per idea: il tempo si dilata, diventa infinito) raggiunto.
I cavalieri provano a forzare lo sbarramento delle scorte. Inquietudine, concentrazione, tattica, furbizia: il capocorsa attende il momento buono per scattare. Tre uomini a cavallo si gettano a capofitto. Al termine della discesa, una folle curva.
Chi la supera indenne arriva all’arco di Costantino, omonimo e analogo di quello di Roma. Il santuario è subito dietro. Non tutti i cavalli possono passare contemporaneamente.
Non è finita, ancora. Anzi, manca molto. Una salita, altrettanto ripida della precedente discesa, conduce alla chiesa. Torna la simbologia: i cavalli in corsa vi girano attorno per sette volte. A meno che – l’effetto sorpresa è re, anzi sacerdote, di questa liturgia – sa pandela madzore non decida di ridurre il numero di tornate e rifare a ritroso il percorso, fino al muretto e alla croce.
Anche qui, di nuovo: tre giri e percorso inverso, una volta ancora. La mattina dell’indomani si replica.
Religione, cultura, tradizione. Rispetto e amore per il tempo che fu.
Un passato che risale, appunto, ai tempi di Costantino il Grande.
Ma forse – e qualcuno è pronto a giurare che sia così – la storia è ancora più antica.
Video, foto e informazioni: www.santuantinu.it.
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