«Dal cuore alle mani» della Sarda al Nord per creare capolavori di pasta fresca

Abbiamo intervistato Paola Ibba, grande amica della Cascina e tra le protagoniste della nostra “Serata sarda”.
Paola Ibba, la Sarda al Nord.
La sardità fatta persona in terra meneghina.
Tra le protagoniste della nostra serata sarda, ci ha concesso un’intervista. Tutta da leggere.
Paola, chi sei? Una donna nata al nord, ma sarda d’origine e di cuore? Una donna nata in Sardegna e trasferita? Nel secondo caso, quando? Per quali ragioni?
Non scherziamo! Sono sarda purosangue, nata a Nuragus. Il cuore dell’isola. La mia è una vera anima nuragica. Mi sono trasferita a Milano a 26 anni, per lavoro.
Paola e “la Sarda al Nord” sono la stessa persona? E se no, che cosa c’è di diverso nel personaggio rispetto alla persona?
Ti darò di nuovo una risposta secca: Paola e la Sarda al Nord sono la stessa persona, non esiste alcun personaggio.
Da dove deriva la scelta di puntare tanto, sul tuo profilo Instagram, sul cibo e sulla cucina?
Tanto dell’identita di un popolo, di una nazione o, come in questo caso, di una regione si esprime nella sua cultura culinaria e io, pur da tanto tempo a Milano, non ho mai perso la mia… sardità.
“Sardità” è una bellissima parola. A pensarci bene, ci sono regioni per le quali sarebbe difficile pensare a un termine equivalente: liguritudine o campanità suonerebbero molto meno naturali.
In effetti, ogni sardo sente forte la sua identità, siamo attaccatissimi alla nostra origine e alla nostra tradizione, ed è forse per questo che questa parola, “sardità”, risulta così spontanea. Esprime un modo di essere, una natura profonda.
E in che cosa consiste principalmente, dal tuo punto di vista, questa identità?
Io l’ho appresa fin da piccola, dalla mia educazione. Mi hanno insegnato ad amare la mia terra, a rispettare le persone anziane custodi della nostra identità e il fatto che, spesso, l’amore è la migliore vendetta. Al dolore di aver lasciato l’isola ho risposto proprio così, con la forza dell’amore.
Culurgiones, lorighittas… tutto quello che fai è bello, oltre che buono. Hai un segreto?
Il mio motto è «Dal cuore alle mani»: metto amore in quello che faccio ed è per questo che arrivano i risultati. È un po’ il mio modo di lavorare. Forse, anche il mio modo di essere.
Che cosa ti manca più della Sardegna, oltre al cibo?
L’aria, il profumo selvatico della campagna, il suono dei campanacci degli animali. La bellezza dell’interno di un’isola di cui spesso si tende a immaginare principalmente il mare e le coste, ma il cui interno ha almeno altrettanto altro da dire e da dare. E ancora: il senso del sacrificio di chi, giorno dopo giorno, senza riposo e senza festività, porta le greggi al pascolo. Mi sto rendendo conto che fare elenchi è difficile: della Sardegna mi manca tutto.
Un giorno, lasciato tutto questo, sei arrivata a Milano: c’è qualcosa, di questa grande città del nord, che hai trovato esattamente uguale a come te la immaginavi?
Ho trovato una città che guarda al futuro, dedita al lavoro. Proprio come me lo immaginavo. Ho trovato un luogo favorevole ai cambiamenti ed era proprio quello che cercavo per la mia vita, spinta dalla mia innata curiosità.
Hai mai pensato di portare il tuo personaggio su altri canali: TV, teatro, libri?
C’è un progetto che forse vedrà la luce…
Dai, anticipa qualcosa!
Non posso dire molto, se non che riguarda la TV.
Qualcos’altro che puoi rivelarci?
Assolutamente nulla, top secret!
Qual è stato il commento o il messaggio più inaspettato o curioso che hai ricevuto dai tuoi follower?
Qualcuno mi ha detto che rappresento molto bene la Sardegna: per quello che sono, per il mio aspetto e per quello che faccio. Difficile, per me, immaginare un complimento migliore.
Domanda quasi d’obbligo: tuo piatto preferito?
Terza risposta secca di questa divertente intervista: i tallarinus di Nuragus.
Fare la pasta fresca a Cascina Ovi è per te speciale?
Provo a riassumere la sensazione in tre parole: mi fa sentire il cuore in bocca.