«Supereroi che non indossano mantelli»

Intervista esclusiva: Melania Bergamaschi Scocco e i Ragazzi di Robin verso la grande Serata sarda di Cascina Ovi.

Melania Bergamaschi Scocco a ruota libera: in una bella chiacchierata ci ha raccontato il suo punto di vista su futuro, lavoro, abilità (più che disabilità), ironia e senso della vita. E, naturalmente, sulla nostra Serata sarda di sabato (27 settembre), della quale i Robin saranno indiscussi protagonisti.

Com’è nata l’idea di fondare i Ragazzi di Robin?
Tutto inizia da una domanda spiazzante: cosa fa un genitore quando si accorge che suo figlio con disabilità non è più un bambino, ma un uomo? Quando nessuno lo chiama, quando i coetanei hanno famiglie e figli e lui resta un “bambinone” con mamma e papà? La risposta è stata: fare qualcosa. Quel qualcosa sono diventati i Ragazzi di Robin. Come Robin accanto a Batman: un supereroe “secondo”? Forse sì, ma pur sempre supereroe! I nostri ragazzi hanno iniziato così: pinze in mano per raccogliere rifiuti, spugne e detergenti per pulire muri e giochi nei parchi. Piccoli gesti, che in sette anni hanno fatto nascere un gruppo consapevole, ambizioso, pronto a dimostrare che, se viene data un’opportunità, anche un ragazzo con disabilità può fare la sua parte.

“Inclusione”: che senso ha questa parola?
È una parola che non amo. La uso, ma la trovo abusata. “Inclusione” presuppone che qualcuno sia fuori e che qualcun altro, da dentro, lo debba graziosamente far entrare. In un mondo civile non dovrebbe servire, no? Peggio ancora quando sento parlare di “ragazzi speciali”: dolciastro, nauseante, forse anche ipocrita. Noi partiamo da un’idea diversa e affermiamo che una vita piena e adeguata è un diritto di tutti, anche per chi ha una disabilità. Un essere umano è un essere umano: non è la sua disabilità. Per me questa è l’unica vera inclusione. Sogno un mondo con meno giudizi e più accettazione.

Quali progetti entusiasmano di più i ragazzi?
Ognuno ha trovato la sua dimensione. C’è il corso di musical del sabato ed è travolgente: ballo, canto, spettacoli. C’è il “Cortocircuito inclusivo” per i cortometraggi, con la nostra clip “Una scelta difficile” arrivata terza al Festival del cinema nuovo di Mediaset. Poi il calcio integrato, il fly dragon che viaggia a forza di remi sul Naviglio Grande, il laboratorio di cucina che ha portato al progetto “Impolpettabili”: dodici ragazzi che fanno polpette per prepararsi ad avere un lavoro vero. Per qualcuno potrebbe significare indipendenza, autonomia, un “dopo di noi”. Parlando di me: piango spesso, lo ammetto. Dalla nascita dei Robin in poi, ho la commozione facile. È così dal 2018 ormai. Ogni conquista, piccola o grande, mi emoziona. I Robin sono la scelta migliore e la più grande fortuna della mia vita: mi hanno dato la mia vera dimensione.

“In un mondo di eroi, nessuno vuole essere Robin. Noi sì”. Perché?
Perché Robin è un supereroe della quotidianità. Tutti vogliono essere Batman, ma anche Robin combatte, resiste, si mette in gioco. Ed è bellissimo. I miei ragazzi sono proprio così: coraggiosi, allergici al “poverini”, nemici del pietismo. Non vogliono pietà, vogliono dignità. Io li considero supereroi a tutti gli effetti, anzi: i miei preferiti. Ascoltate la canzone di Cremonini, ascoltate bene il testo: ne vale la pena.

Che cosa significa per voi partecipare alla cena sarda di Cascina Ovi?
Un piacere immenso. Francesco è un nostro amico e sostenitore: ha la sensibilità di vedere la gioia e la serenità dei nostri ragazzi. La fiducia che ci dà non viene mai tradita: i Robin imparano in fretta e bene. E poi farlo in un locale come Cascina Ovi, che è di alto livello ma non serioso, con quella ironia che solo le persone davvero serie hanno, è straordinario. Questa serata sarà un’occasione per mostrarci, per essere visti e compresi. Per essere utili. E noi daremo tutto quello che abbiamo, come sempre.

Un messaggio finale?
Guardate le persone per quello che sono: persone. Non per la loro diversità. Dare un’opportunità, a volte, significa salvare una vita. E non costa nulla. Basta davvero poco. Cambia la vita (probabilmente) agli altri e (sicuramente) a noi.


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