#io(NON)apro1501: ecco perché Cascina Ovi non aderirà alla protesta di domani
Riteniamo che le manifestazioni e le contestazioni politiche siano una cosa seria – e questa lo è sempre di meno – e che il rispetto degli ospiti sia fondamentale: restando ferocemente critici nei confronti della gestione della pandemia da parte della politica, non riteniamo che questa sia la modalità più giusta ed efficace di sostenere le ragioni del comparto della ristorazione. Non possiamo permetterci, inoltre, di prestare il fianco, come categoria, a chi avrebbe tutto l’interesse a farci passare come responsabili di un’eventuale recrudescenza del contagio.
Qual è la posizione di Cascina Ovi nei confronti della gestione della pandemia da parte della politica? Ferocemente critica. Che cosa pensa questo ristorante di Segrate nei confronti delle misure adottate per contenere il contagio? Che molte siano semplicemente assurde, inique e di fatto inutili. Prenderà parte, dunque, alla protesta #IoApro1501? Assolutamente no.
Vediamo le ragioni di questa scelta: riteniamo che le proteste siano una cosa seria e che i clienti – che sono sempre anche ospiti e molto spesso, nel nostro caso, amici – meritino rispetto. Nello specifico: ci sembra che la protesta di domani – alla quale, pare, aderiranno oltre 50mila colleghi – si sia presto ritirata su posizioni populistiche e di mera promozione per gli organizzatori.
La rabbia di baristi e ristoratori è una cosa seria e motivata e pertanto non consideriamo né corretto né utile prestarci al gioco di chi cerca di cavalcarla per ragioni che, sempre di più, si stanno rivelando personalistiche e pubblicitarie. Un ristorante di livello, quale Cascina Ovi dal 2013 fa di tutto per essere, non si improvvisa: serve tempo e programmazione per preparare le linee e per garantire un servizio all’altezza, servono materie prime fresche e di qualità. Tutte cose che non si ottengono con l’improvvisazione. Vogliamo evitare che i nostri ospiti abbiano l’impressione di non aver cenato nella
solita Cascina Ovi, quella alla quale eravamo abituati.
Attualmente, l’intera categoria dei ristoratori gode del sostegno e della simpatia della maggior parte degli italiani: a tutti è evidente che siamo tra le principali vittime di questa situazione. Non possiamo permetterci di esporci all’interesse di chi, al contrario, avrebbe tutto il vantaggio a farci passare, magari manipolando i numeri, come causa di un’eventuale recrudescenza del contagio.
Rispettiamo pienamente e in parte capiamo la scelta dei colleghi che domani aderiranno all’iniziativa #IoApro1501. Continuiamo a pensare che non sia questo il modo di chiedere regole chiare, prospettive, sostegno economico adeguato (che al momento assolutamente non c’è stato) e la possibilità di sperare di tornare presto alla normalità e all’operatività.