Che lingua si parla in Sardegna?
La Sardegna è una regione ricca di sfaccettature culturali: l’isola è nota anche per la sua ricchezza a livello linguistico. In Sardegna, infatti, non si parlano soltanto l’italiano e il sardo, ma anche parlate di origine corsa, catalana e ligure.
Questa ricchezza linguistica è il risultato del susseguirsi dei tempi e di vicende storiche affascinanti, riguardanti traffici, commerci e il transito di popoli nel mar Mediterraneo.
Ecco un’interessante cartina, che commenteremo a seguire, da nord a sud:
L’ultimo lembo della Corsica, Bonifacio e il suo territorio, è di parlata ligure: si attraversano le acque, spesso piuttosto arrabbiate, delle Bocche di Bonifacio ed eccoci in Gallura. Ma dal punto di vista linguistico siamo tornati, metaforicamente, in Corsica: almeno, secondo un certo numero di linguisti. Non tutti infatti sono concordi nel definire il gallurese – diffuso in tutto il nord dell’isola – una parlata di matrice prettamente sarda oppure corsa. Fuori dal territorio gallurese è parlato a Erula, in alcuni Comuni di Valledoria e a Santa Maria Coghinas. La variante sassarese è parlata principalmente lungo il golfo dell’Asinara nei comuni di Sassari, Porto Torres, Sorso e Stintino. La variante castellanese è presente nei comuni di Castelsardo, Sedini e Tergu. Circa 117 mila persone in Gallura, cifra che corrisponde alla quasi totalità della popolazione, comprendono questo dialetto.
Diamo ancora un’occhiata alla mappa: non sfugge all’occhio quell’azzurro intenso che colora una piccola area lungo la costa occidentale della Sardegna. Tra le isole linguistiche della regione assume un particolare rilievo il dialetto algherese, variante del catalano arcaico parlato nella città di Algueres, Alghero appunto. La presenza del catalano in Sardegna risale all’inizio del Trecento e la lingua oggi parlata da un numero ancora considerevole di locutori ha subito le influenze del castigliano, del sardo e dell’italiano. Il 10% della popolazione algherese è tuttora parlante catalano.
Dal nordovest al sudovest: vedete quell’area rosa? Il dialetto tabarchino ha origini liguri ed è parlato nelle isole dell’arcipelago del Sulcis. Era parlato in Spagna, più precisamente sull’isola di Nueva Tabarca, e fu portato in Sardegna da alcuni pescatori liguri che, attorno alla metà del ‘500, colonizzarono quella che è oggi la città tunisina di Tabarca. Oggi è parlato dagli abitanti di Carloforte, nell’isola di San Pietro e di Calasetta, nell’isola di Sant’Antioco (arcipelago del Sulcis, provincia del Sud della Sardegna). Una brillante analisi di questo fenomeno linguistico è fruibile qui, sul canale YouTube “La Biblioteca di Alessandria”.
Anche dalla lingua, dunque, emerge tutta la ricchezza e la portata della storia della Sardegna. Di questa storia, quotidianamente, proviamo qui a Cascina Ovi a farci umilmente custodi e promotori.
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