“Il minareto, il campanile e la campanella”

Una storia tra l’Iran e la Martesana.

Non credo conosciate la storia che segue. Di questa storia nessun giornale italiano ha parlato: è soltanto una piccola storia locale accaduta a fine 2023 a Nowruzabad-e Gharbi, una manciata di chilometri a ovest della periferia di Qom, in Iran. Questo piccolo centro ha una peculiarità: vi risiede una storica e nutrita minoranza cristiana, perfettamente integrata nel tessuto sociale. A Nowruzabad-e Gharbi nessuno ti chiede se credi in Cristo o in Allah: l’amicizia, la solidarietà e il senso di comunità vanno ben oltre la fede di ciascuno. La scuola Madrese Bein al-Melali-ye Salam va Hamahangi (significa “Scuola Internazionale della Pace e dell’Armonia”: suona bene, vero?) ha deciso lo scorso novembre, per decisione del suo direttore e con l’approvazione dell’amministrazione del Comune e delle autorità religiose locali, di concedere un giorno di vacanza il 25 del mese successivo affinché gli studenti cristiani, la metà circa dell’intero istituto, potessero festeggiare il Natale. Avete capito bene: un solo giorno, il solo lunedì 25 dicembre 2023, non la vigilia (la domenica è in Iran un giorno feriale come gli altri), non Santo Stefano, ma solo giorno di Natale. Per questa decisione di una sola piccola scuola di una municipalità minore di una soltanto delle 31 “ostān” (province) della nazione, si è quasi bloccato il Paese: ira espressa dal Governo, polemiche, timore creato ad arte che questa iniziativa potesse «minare alla base la nostra tradizione, la nostra storia, la nostra identità e la nostra fede».

Vi sembra una reazione folle, vero? Invece di pensare a far funzionare davvero le scuole del Paese, a garantire la presenza di insegnanti, di ruolo e di sostegno, fondi e risorse sufficienti per garantire un livello qualitativo dignitoso o, banalmente, materiale didattico in classe e sapone nei bagni, per tutto l’Iran si è parlato di «fede e identità minacciate».

Una situazione che possiamo immaginare solo in qualche luogo lontano, esotico e fondamentalista. Non certo in Italia.

Ed è normale che questa storia vi giunga nuova. Perché è, appunto, una storia: un racconto inventato, così come di fantasia sono il nome del villaggio e quello della scuola. Non troverete né l’uno né l’altra su Google Maps.È invece vero che la stessa cosa è appena successa a Pioltello, nella moderna e laica Lombardia: il preside ha ricevuto minacce e insulti, personaggi in vista di questo Governo hanno creduto di dover dire la loro, gruppuscoli di estrema destra hanno cominciato a esporre striscioni deliranti semplicemente perché l’Istituto Comprensivo Iqbal Masih ha concesso, con il consenso della maggior parte dei cittadini e della stessa Diocesi, un giorno di vacanza il prossimo 10 aprile affinché i ragazzi musulmani della scuola (la metà circa degli iscritti) possano festeggiare la fine del Ramadan.

Ci perdonerete se oggi, su queste pagine virtuali, non parleremo di arte culinaria, né di ristorazione, né di enologia: oggi è più urgente prendere posizione, esprimere la nostra solidarietà al dirigente Alessandro Fanfoni e ringraziare la Sindaca Ivonne Cosciotti, alla quale ci lega una forte amicizia, per le sue chiare parole:

«Si sta utilizzando questa vicenda per cercare il “nemico” e creare divisioni. Ma non ci riusciranno: a Pioltello le persone vivono tranquillamente insieme e il preside Fanfoni è particolarmente bravo. Valditara ha annunciato un’ispezione. Lo invito a visitare tutte le scuole per rendersi conto che i risultati dei test Invalsi nei nostri istituti sono più alti della media nazionale»


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