«No, per fare buona musica non basta un iPhone e un po’ di autotune…»

Intervista ad Andrea Vulpani, il re delle tastiere, che suonerà sabato sera live a Cascina Ovi con la Angelo Minoli Band.
Andrea Vulpani, musicista a tutto tondo: formazione classica, anima rock e passione per la canzone d’autore. Sabato sera a Cascina Ovi saranno affidate a lui le tastiere della Angelo Minoli Band, per un “Live in Cascina” che si preannuncia memorabile.
Andrea, che cosa hai portato dal conservatorio della tua formazione al palco di un live?
Tecnica, conoscenza, cultura: in ambito musicale il bagaglio del conservatorio è utile a fare, non lo dico per dire, qualunque cosa. Aggiungo un dettaglio: il conservatorio non ti serve soltanto a “fare” tutto, ma a “farlo” più velocemente. Fin qui, la mera tecnica: poi, ci sono la curiosità e la passione, che mi hanno portato a scoprire tanti generi diversi sin da quando ero piccolo. I mondi musicali da scoprire sono infiniti, dal rock al pop, dalla musica d’autore al funky. È bello scoprire che sono tutti diversi ed è altrettanto bello imparare che solo immergendosi in questi mondi si diventa in grado di suonare lo stile corrispondente in maniera credibile, coinvolgente. La sola tecnica – è questa la più grande lezione – non basta mai.
Facendo il “cammino” inverso: che cosa, invece, hai portato dal palco nel tuo modo di interpretare un brano classico?
Tante cose, in realtà: in una band apprendi qualcosa che nessun conservatorio sarà mai in grado di insegnarti. La mia esperienza personale è che le armonie suonate nel contesto di una band, pur molto più semplici rispetto alla musica classica, restano in qualche modo scolpite nella testa di chi le suona in maniera molto più profonda, molto più definita. Un musicista con formazione classica in una band è come spinto ad analizzare mentalmente ogni singolo accordo, con una visione sia armonica sia ritmica complessiva che, innegabilmente, aiuta.
C’è una musica che detesti? Che trovi brutta, volgare, superflua, priva di senso e, in una parola, prescindibile?
“Detestare” è un verbo impegnativo, che faccio fatica ad associare alla musica, che io cerco di conoscere e magari apprezzare in ogni sua forma. Ma devo essere sincero: molte delle cose che sento passare alla radio mi paiono profondamente false. “False” come un pezzo di plastica, più che come una moneta da tre euro: false nel senso di artificiali, posticce, prive di una ragione di cuore alla loro origine. E lo dico nella piena consapevolezza che, in un certo senso, “tutta” la musica è già stata scritta e oggi più che mai essere originali è difficile. Vedere musicisti che non sono musicisti mi infastidisce molto: mi riferisco a quei cantanti che non conoscono nemmeno il nome delle note, che senza l’autotune non sarebbero in grado di fare un decimo di quello che fanno, che di fatto poco rispettano la grandezza e la storia della musica. Anche in un mondo nel quale basta un iPhone e un po’ di faccia tosta per fare un pezzo, resto convinto che la musica sia prima di tutto conoscenza.
Ti appare il Genio della Lampada, anzi il Genio delle Sette Note, e ti concede un solo desiderio e la possibilità di creare qualcosa di unico e magico in ambito musicale: che cosa gli chiedi?
Pensa che comodità un pianoforte gran coda o una batteria che, come certe tende da campeggio, sta in uno zainetto e poi, con un gesto (o un colpo di magia!), si apre a comando…
Un “pianoforte (in zainetto) sulla spalla” molto vendittiano!
Forza, Genio, mettiti al lavoro, che qui rivoluzioniamo tutto il business dei tour musicali mondiali!
Emozionato di suonare, di nuovo, a Cascina Ovi con la Angelo Minoli Band?
Con la band c’è sempre una vibrazione particolare, dai locali alle piazze è una vera goduria suonare con questa formazione. Di Cascina Ovi amo la sensazione di calore, di casa: impossibile non suonare bene in un posto così.